VISIONI OLTRE
Serate Proiezioni di video arte
Serata Cinema
VISIONI OLTRE
SERATA PROIEZIONI
11 giugno 2024 | Screening H 19.00
Opening H 18.00
Art Studio Finestreria, Milano
a cura di Claudia Ponzi e Irene Follador
Art Studio Finestreria di Milano è lieta di annunciare l’avvio del progetto VISIONI OLTRE, un ciclo di serate di screening. Martedì 11 giugno alle ore 18.00 la galleria propone una seconda serata con le opere videografiche di artist* che hanno partecipato all’open call. Il progetto è a cura di Claudia Ponzi e Irene Follador. VISIONI OLTRE è un evento in concomitanza della mostra STANZE di Paola Fonticoli che durerà fino al 14 maggio.
Il tema della seconda serata del progetto Visioni Oltre è la connessione. Tutte le opere videografiche proiettate mettono in relazione l’umano con il mondo. Le relazioni che corrono tra noi e tutto ciò che ci circonda sono elementi che influenzano la nostra percezione e ogni interazione definisce il nostro senso di identità e appartenenza. La serata perciò propone una serie di opere videografiche che indagano diverse tipologie di relazioni che si possono stabilire nel contemporaneo.
Lo screening ha inizio con il video di Daniela D’Amore, Friction (2022), un breve video in cui l’artista gioca con l’attrito della propria pelle; il conflitto è il risultato della frizione di due parti dello stesso corpo. Un’opera che indaga la relazione con l’Io interiore e che è metafora della crisi che si manifesta all’interno della personalità del soggetto.
A seguire proponiamo La Scheda (2020) di Santiago Torresagasti un cortometraggio che unisce riprese in ambiente intimo a immagini d’archivio personale. Il filmato racconta del ritrovamento di una scheda di memoria e di come passato e presente si trovano improvvisamente in connessione nello stesso luogo, ovvero quello della propria stanza. L’immagine ricordo, con il suo arrivo inatteso, crea un’interruzione temporale.
Luca Granato con Hoeing the Sea (2022) presenta una performance avvenuta sulla costa tirrenica nell’agosto 2022, successivamente ripetuta. La testimonianza intende connettere il presente collettivo con il contesto socioeconomico e politico della società contemporanea. Con ironia l’artista traccia la relazione tra l’uomo e la natura in quanto aspetto fondamentale per la nostra sopravvivenza; inoltre, il video intende riflettere sulle politiche ambientali attuali che mancano di azioni concrete per la salvaguardia dei territori, “proprio come zappare l’acqua del mare”.
Successivamente la documentazione della performance di Chiara Ventura, A Mare (2023), in cui con gesti semplici mette in contatto il proprio corpo con quello dell’Altro. Due corpi che si incontrano, che si scoprono e conoscono. Il video è l’osservazione di una dinamica alternata – ondulata quanto le onde del mare – come metafora fisica di meccanismi emotivi spesso contraddittori all’interno della coppia. Come ci suggerisce l’artista, le relazioni umane sono un’alternanza costante e liquida di scambio reciproco.
Il breve video di Rita Casdia, Tree Story (2021), mostra due figurine umane intorno a un albero, da interpretare come simbolo della vita e della natura che regola e scandisce il ritmo delle stagioni e del tempo. Si tratta di un racconto semplice, quasi ancestrale del rapporto tra umano e habitat naturale, anche se in questo racconto visivo la forza del simbolo scompare in quanto attorniato da uno spazio bianco – il vuoto – che avverte sull’informe nell’indeterminatezza degli eventi.
Lo screening prosegue con il surreale cortometraggio, The Masterpiece (2024), di Duilio Forte che ci guida in uno stravagante viaggio di un personaggio che lascia la vita nella provincia alla ricerca delle opportunità della grande città. Le difficoltà incontrate nel percorso connettono il pubblico sia con l’urbano sia con il protagonista stesso nel suo cammino nella realizzazione del proprio capolavoro.
Il filmato di Giulio Golfieri, Ombre (2022), è un’indagine sulle condizioni delle persone che vivono sulle strade di Milano. Ogni notte i loro rifugi davanti le vetrine delle grandi marche sono una presenza abituale nel panorama della città. Le immagini unite alle testimonianze registrate in cui alcuni clochard racconta le proprie esperienze rappresentano uno studio del contesto sociale e urbano contemporaneo, in modo da creare così comprensione e rispetto.
Andrea Zendali con Leggerezza (2023) nasce dalla relazione dell’artista con il mondo, con la quotidianità. Elementi e piacevoli sorprese che lo colpiscono durante la giornata e che Andrea Zendali tenta di decontestualizzare rispetto a quello che è l’urbano. L’artista filma e isola elementi che ogni giorno possiamo incontrare vivendo la città, ma che rende astratte forme di meraviglia poiché intrise di un profondo senso di leggerezza.
Chiude la serata l’opera di Leyla Rodriguez, The Separation Loop (2015), dove il titolo anticipa la paradossalità delle immagini. Il video si pone l’obiettivo di rompere le nostre connessioni con i nostri modi di essere e di vedere la quotidianità sia delle cose sia delle creature viventi. Tutti gli elementi dell’ambiente si mescolano in una geografia nuova, visitati da una giovane donna protagonista del filmato che ci guida in un viaggio di riscoperta.
Testo a cura di Irene Follador
BIO degli artisti
Rita Casdia (Barcellona Pozzo di Gotto, 1977) ha studiato dapprima all’Accademia di Belle Arti di Palermo, spostandosi in seguito a Milano dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Daniela D’Amore (Napoli, 1989) vive e lavora tra Napoli e Lecce. Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli e in seguito all’Uniwersytet Artystyczny w Poznaniu, Poznań,Polonia. Nella sua carriera artistica ha conseguito diversi premi e residenze d’artista tra cui: nel 2017 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino. Nel 2019 è vincitrice della Borsa di Studio “Sapere i Luoghi” e partecipa alla mostra collettiva presso la Fondazione Morra Napoli e Fondazione Lac o Le Mon Lecce, con Cesare Pietroiusti. Nel 2023 vince la residenza In-Edita versione 3.0, Arte sostenibile per sostenere l’arte, coordinata da Marina Bastianello Gallery, Galerie Alberta Pane ed Ikona Photo Gallery, Venezia. Nello stesso anno è finalista al Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee 12° edizione a cura di Carlo Sala, mostra presso Villa Brandolini a Pieve di Soligo (TV), e alla collettiva Unearthed/Dissotterrato, a cura di Maria De Brito Matias, presso Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.
Duilio Forte (Milano, 1967) vive e lavora a Milano. Si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano, dove successivamente ha fondato AtelierFORTE. La sua pratica è multidisciplinare e spazia tra scultura, land art, architettura e video. Partecipa alla XI e XII Biennale internazionale di Architettura di Venezia e alla XXI Triennale internazionale di Milano. Ha esposto in Svezia, Svizzera, Francia, Spagna, Polonia, Italia, Monte Carlo, Slovacchia, Corea del Sud, Cina e USA. Il suo lavoro è stato pubblicato da numerosi quotidiani, riviste e tv tra le quali Rai 5, Sky Arte, RSI, Dezeen, Il Corriere della Sera, La Repubblica, Madame Figaro, Domus, Interni, Life Cina, New York Times
Giulio Golfieri (Venezia, 1992)
Luca Granato (Cosenza, 1999) si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove attualmente sta frequentando il master in Scultura Monumentale e Ambientale. La sua ricerca trova radici nel writing e nella militanza popolare, riflettendo sul concetto di terzo paesaggio e sviluppando la propria indagine sullo svuotamento del territorio meridionale insieme alle complesse dinamiche delle relazioni umane con il territorio. Ha esposto in numerose mostre collettive sia in contesti nazionali sia internazionali, in particolare quest’anno nello spazio di Colour Sense Project a Miami (USA) e alla Lucca Art Fair; inoltre ha due imminenti esposizioni a Torino e a Treviso. Oltre ad aver partecipato a diverse residenze artistiche, è stato finalista per l’Exibart Prize N. 4 di quest’anno.
Leyla Rodriguez (Argentina, 1976) vive e lavora ad Amburgo. È un’artista pluridisciplinare germano-argentina. Il viaggio e il concetto di patria sono le tematiche centrali nella sua pratica artistica, spesso nelle sue opere gli animali e la famiglia sono i punti di partenza per la costruzione di personaggi e sceneggiature complesse. Ha esposto in numerose istituzioni internazionali.
Santiago Torresagasti (Buenos Aires, 1991) ha studiato a Milano presso la Scuola di Visconti. Dopo essersi diplomato in regia, ha iniziato la sua carriera professionale a Bolzano realizzando documentari, cortometraggi e installazioni. La sua prima videoinstallazione, “Agadez” (2016), è stata installata al Museion – Museo d’Arte Contemporanea di Bolzano in occasione dell’evento conclusivo del progetto europeo “Museum as Toolbox”, durante la XII edizione delle Giornate dell’arte contemporanea promosse da AMACI. Nel settembre 2023 ha inaugurato la prima personale presso la Galleria Massimo Minini, “zero comma quattro”.
Chiara Ventura (Verona, 1997) orienta la propria pratica verso l’esistenziale, utilizzando diversi dispositivi o forme di espressione e analizzando il corpo unitamente alle relazioni e alle reazioni che questo ha con psiche, emotività e l’Altro. Ventura indaga e denuncia gli aspetti più subdoli delle forme di violenza presenti nella contemporaneità ed è interessata agli aspetti politici del comportamento umano. Chiara Ventura ha esposto e lavorato con musei, fondazioni, gallerie, spazi indipendenti tra cui: Mart – Galleria Civica di Trento (Trento), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Viafarini (Milano), Villa Rondinelli (Fiesole), Galleria ME Vannucci (Pistoia), TAI – Tuscan Art Industry (Prato), Spazio Cordis (Verona).
Andrea Zendali (Milano, 2000) vive e lavora a Milano. Si è diplomato in Fotografia e Cinematografia a Milano e successivamente ha conseguito un diploma come Tecnico di Produzione Multimediale. Ha svolto un periodo come tirocinante presso April Studio a Milano, attualmente lavora come fotografo rappresentato da Controluce Management di Milano. Nel 2019 ha esposto in una mostra personale nella Galleria della stazione del Passante Ferroviario Venezia a Milano
Serata Cinema
VISIONI OLTRE
SERATA PROIEZIONI
tema LA MEMORIA
4 giugno 2024 | Screening H 19.00
Opening H 18.00
Art Studio Finestreria, Milano
a cura di Claudia Ponzi e Irene Follador
Art Studio Finestreria di Milano è lieta di annunciare l’avvio del progetto VISIONI OLTRE, un ciclo di serate di proiezioni di video arte. Martedì 4 giugno alle ore 18.00 la galleria propone una prima serata con le opere videografiche di artist* che hanno partecipato all’open call. Il progetto è a cura di Claudia Ponzi e Irene Follador. VISIONI OLTRE è un evento in concomitanza della mostra STANZE di Paola Fonticoli che durerà fino al 14 maggio.
L’evocazione è un viaggio nel tempo e nello spazio personale e comune; una capacità che spesso si rivela un dispositivo in grado di manifestare e influire sulle molteplici sfaccettature della realtà.
La capacità di evocare è il legame che unisce le opere videografiche che saranno proiettate negli spazi di Finestreria (Milano) nel primo screening pensato per dare spazio a quegli artisti che si avvalgono di immagini in movimento in quanto strumento espressivo.
Lo screening ha inizio con il cortometraggio di Santiago Torresagasti, Hết (2023) la cui storia si è intrecciata con quella di Ho Chi Minh, fondamentale figura politica del Vietnam. Il filmato raccoglie immagini in movimento d’archivio per raccontare la vita di un personaggio così emblematico, simbolo di libertà nella storia del paese. Attraverso i luoghi Torresagasti ri-evoca un ritratto che intreccia passato e presente; pur restituendo la soggettività il cortometraggio è una testimonianza di una storia collettiva.
Susana Ljuljanovic con Non Importa (2024) ragiona su una dimensione collettiva relazionando la storia di un luogo con la tradizione artistica antica. Con un parallelo visivo e sonoro tra riprese della stratificazione di spazzatura sull’Isola di Vulcano e di un mosaico del I secolo d.C., l’artista ci mostra cosa veniva rifiutato e gettato a terra nell’antichità in confronto con i gli scarti della modernità. Evoca così una storia collettiva in cui le conseguenze dell’indifferenza della società aiutano a ricordare un senso di colpa generale.
Il video di Chiara Scodeller, Universal (2023), è un’evocativa allegoria di un luogo in quanto creazione della nostra identità. Le riprese tracciano la realtà della fabbrica nella città d’origine dell’artista, la quale si relaziona con questa quotidianità familiare e ritrae l’immaginario della provincia. In questo modo uno spazio del passato ritorna, così come i ricordi di un disagio dato dalla freddezza meccanica dell’ambiente meditando quindi allo stesso sul distacco uomo-macchina.
Proiettato in seguito El Dorado (2023) di Bruno Pavić; l’artista realizza un gioco sincronizzato visivo-sonoro in cui le immagini si susseguono in armonia con i suoni – simili a dei colpi di arma – e con la voce del presidente americano estratta da un messaggio inviato a migranti diretti verso le coste statunitensi. Le istruzioni pronunciate si contrappongono ai volti della scultura “Angels Unawares” (2019) di Timothy Schmalz; un monumentale strumento per evocare i viaggi intrapresi nel corso del Novecento da profughi verso l’ignoto.
Chiude lo screening del cortometraggio di Raffaele Grasso, La Carezza (2023), dove l’intimità e le emozioni si mescolano con il tema della perdita. Ambientato ancora durante le misure di lockdown, il filmato racconta del tacito accordo tra Cesare e Mario, e di come questo patto cambierà le vite di entrambi. evoca un bagaglio emotivo legato alla scomparsa e alle mancanze. Riprodotta una storia comune che basa la propria forza sulla narrazione dei piccoli eventi del vissuto, ma emotivamente carichi che sconvolgono la nostra percezione e il nostro intimo sentire.
Testo a cura di Irene Follador
BIO degli artisti
Raffaele Grasso (Ariano Irpino, 1995) vive e lavora a Roma, si è diplomato in regia cinematografica presso l’Accademia del Cinema Renoir di Roma, e presso la Sapienza di Roma ha conseguito la laurea con lode in Forme e Modelli del Cinema Italiano e ha frequentato il Master in Sceneggiatura, Produzione e Marketing. Ha lavorato come assistente alla regia sulle serie Esterno Notte (M. Bellocchio) e M – Il figlio del secolo (J. Wright), sul mediometraggio O Night Divine (L. Guadagnino), sui film Here Now (G. Muccino), Blackout Love (F. Marino) e Felicità (M. Ramazzotti).
Susana Ljuljanovic (Roma, 1987) vive e lavora a Bologna, si è laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a diverse esposizioni collettive in occasioni e spazi quali: Cremona Art Fair, Studio Home Awareness, ReA!Art Fair di Milano, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT- Fondazione Rusconi, Bologna. Nel marzo 2024 ha inaugurato una mostra personale presso Nitido Exhibition & Bodyart di Roma dal titolo “Tegumenti aquis”.
Bruno Pavić (Zagabria, 1988) si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Spalato presso il Dipartimento di Cinema e Video, e successivamente ha conseguito un master presso la stessa Accademia – presso il Dipartimento di Cinema, Media Arts e Animazione. Lavora in film di finzione e documentari, oltre che in videoarte. I suoi cortometraggi e lungometraggi sono stati proiettati in festival cinematografici internazionali. È il fondatore del primo festival croato di videoarte – Split Videoart Festival.
Chiara Scodeller (San Vito al Tagliamento, 2000) vive e lavora a Milano, si è laureata in Arti Visive presso NABA Milano e ha conseguito un Master in post-produzione in Cfp Bauer, sempre a Milano. Ricopre la figura di editor, colorist e fotografa come attività principale. Ha esposto al PAV di Torino e con l’associazione Zona Blu di Milano. Nel maggio 2024 ha presentato per la prima volta una performance sonora a cura del collettivo Sinergie Naturali al BiM di Milano.
Santiago Torresagasti (Buenos Aires, 1991) ha studiato a Milano presso la Scuola di Visconti. Dopo essersi diplomato in regia, ha iniziato la sua carriera professionale a Bolzano realizzando documentari, cortometraggi e installazioni. La sua prima videoinstallazione, “Agadez” (2016), è stata installata al Museion – Museo d’Arte Contemporanea di Bolzano in occasione dell’evento conclusivo del progetto europeo “Museum as Toolbox”, durante la XII edizione delle Giornate dell’arte contemporanea promosse da AMACI. Nel settembre 2023 ha inaugurato la prima personale presso la Galleria Massimo Minini, “zero comma quattro”.
La serata sarà gratuita, ma avendo pochi posti in sala è necessario accreditarsi prenotando un biglietto.